La figura del sommelier al ristorante è quasi esclusivamente associata a locali di livello decisamente alto. Questo non solo per una questione di immagine ma, diciamocelo pure, anche (e soprattutto) economica. Il sommelier ha un costo, perché è un professionista e la professionalità si paga.
La sua presenza può fare la differenza? Certo.
È indispensabile? No, o meglio, non sempre.
Al di là dell’investimento, molto dipende dal tipo di attività. Un sommelier non è una prerogativa esclusiva di locali con una accurata selezione di vini (che dovrebbe essere presente in ogni caso), quanto più il modo migliore per valorizzarli. Eppure, anche in ambienti piuttosto “alti” l’impiego di questa figura è ancora ampiamente dibattuta. Ha fatto molto discutere, per esempio, la scelta del ristorante newyorkese “Italienne” di inserire un responsabile dei vini in sala.
Il motivo è presto detto: tra i clienti, c’è chi lo preferisce e chi no.
Affidarsi ad un esperto per scegliere il vino da ordinare non è un’opzione sempre gradita. Se il cliente vuol fare da sé, anche col rischio di non scegliere l’etichetta migliore per il piatto ordinato, è giusto lasciare questa libertà. Se stai pensando di assumere un sommelier per valorizzare i vini del tuo locale, ecco qualche consiglio utile per iniziare ad orientarti.
In questo articolo
Cosa fa un sommelier: mansioni, do’s & don’t
Un sommelier non “serve il vino”, lo “consiglia”. La differenza tra le due pratiche è sostanziale e qualunque professionista potrà confermartelo. Se un responsabile dei vini è anche impiegato in altre mansioni di sala, magari per impegnare i tempi morti, come spesso accade, è molto probabile che si trasformi in poco tempo in un semplice cameriere.
Questo perché il lavoro di un sommelier è prima di tutto un’efficace azione di storytelling. E questa pratica necessita di tempo. Per svolgere al meglio il suo lavoro gli sarà indispensabile acquisire confidenza, fiducia e empatia con il cliente. Qualità non comuni ma allo stesso tempo fondamentali, che ci portano direttamente al punto successivo.
Un sommelier non è, solo, un esperto di vini
Sei indeciso tra due potenziali candidati: un sommelier molto esperto ma allo stesso tempo borioso e poco empatico, un altro meno preparto ma sorridente e in grado di conquistare il pubblico.
Quale dei due sceglierai?
Non esiste una risposta giusta, ma la simpatia (intesa nell’originale accezione di “sympatheia”, ossia “condividere emozioni”) è senza dubbio aspetto essenziale per fare questo lavoro. La degustazione di un vino fa, sì, leva su aspetti sensoriali come vista, olfatto e gusto, ma passa anche attraverso la suggestione dettata dalle proprie emozioni.
Per questo, un vino ben “raccontato”, di cui conosciamo la storia, le tecniche di produzione e le qualità organolettiche, ci appare più gradevole. E, se il sommelier è entrato nelle nostre grazie, questo processo è sicuramente agevolato.
Strumenti del sommelier: dotazione da ristorante
Per svolgere la sua mansione, il sommelier ha a disposizione una serie di strumenti che comprendono il suo kit di lavoro:
- cavatappi;
- termometro;
- tappo stopper;
- secchiello e glacette per mantenere le bottiglie alla giusta temperatura;
- decanter;
- candela per esame visivo del vino;
- bicchiere da assaggio;
- salvagoccia;
- carrello per il servizio.
Naturalmente, oltre a consigliare il vino ideale da abbinare ai piatti scelti, il sommelier provvede all’assaggio del prodotto, al fine di assicurarsi che sia tutto in regola.
Last but not least: quanto guadagna un sommelier?
Il costo medio in Italia di un sommelier è di circa 34.000 euro lordi annui. Una media di 1.800 euro al mese che varia a seconda dell’esperienza, del livello del ristorante e della formazione del candidato.
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