Quando parliamo di vino italiano, la Toscana riveste ancora il ruolo della regione a vocazione enoica per antonomasia. Un territorio che nei secoli è stato in grado di valorizzare non solo i vini, ma le stesse zone in cui vengono prodotti.
Come non pensare, ad esempio, alle caratteristiche colline di Montepulciano e della Val d’Orcia, con dolci pendii coperti di filari e circondati da borghi medievali cinti da cipressi e uliveti. O, ancora, alle colline del Chianti, che ancora oggi rappresentano un biglietto da visita del vino italiano nel mondo. E nonostante proprio il Chianti sia sceso negli ultimi anni al secondo posto tra i vini più amati dagli italiani, è ancora tra le primissime posizioni in classifica, nel Bel Paese e nel mondo.
Esistono, però, numerose altre varietà di vini toscani, meno conosciute ma altrettanto imperdibili, troppo spesso “eclissate” dai tipici rossi nobili, “Super Tuscan” e altri vini di bandiera. È il caso di bianchi, come la Vernaccia e il Trebbiano toscano, o a bacca nera, come il Canaiolo e Sangiovese in purezza.
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La straordinaria storia dei vini toscani
L’attività vitivinicola in Toscana risale ad epoche antichissime. La prima attestazione della presenza di “Vitis Vinifera” nella regione è stimata attorno a 2 milioni di anni fa, ma è solo nell’VIII secolo a.C., con l’avvento degli etruschi nel territorio, che si inizia a produrre vino in modo sistematico, con l’avvio dell’attività anche nei secoli a venire.
I romani conoscevano bene il prestigio delle colline toscane e dei loro vini, eleggendo questa zona dell’impero a territorio di produzione di vini pregiati e, già all’epoca, molto ricercati.
Una seconda svolta nella storia dei vini toscani arriva alla fine dell’800, precisamente nel 1872, con l’intuizione del barone Bettino Ricasoli, che per primo intuisce le potenzialità del Sangiovese ideando la tradizionale “ricetta” del Chianti, con l’aggiunta di Trebbiano toscano, Malvasia e Canaiolo. Per molte decadi, questa variante ha rappresentato l’unica e più illustre ricetta del Chianti, tra le prime ad ottenere denominazione di origine insieme al Brunello di Montalcino.
Nella metà degli anni ’80, però, avviene una vera e propria rivoluzione. Ad avviarla è il marchese Mario Incisa della Rocchetta, che con l’aggiunta di uve Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc alla toscanissima Sassicaia crea, di fatto, il mito dei “Super Tuscan”: vini d’accento francofono che, negli anni successivi, raggiungono successi straordinari, fino ad essere inseriti a loro volta all’interno della denominazione del Chianti.
Oggi, questi vini vengono prodotti anche a base di Merlot e Syrah e rappresentano un lustro del vino italiano nel mondo.
Varietà di vini toscani
La Toscana vanta ben 11 DOC e 39 DOCG. Di queste ultime, solo una a bacca bianca: la Vernaccia di San Gimignano.
Vini rossi toscani
Tra le denominazioni più rappresentative troviamo senza dubbio il Sangiovese. Questo vino rappresenta la “base” di partenza per la produzione di importanti varietà della regione, come il Chianti Classico, il Carmignano, il Montecucco, il Brunello e il Rosso di Montalcino, Morellino di Scansano e il Vino Nobile di Montepulciano. Altro vino a bacca rossa è il Canaiolo, che storicamente rivestiva una importanza pari, o addirittura superiore, a quella del Sangiovese e che oggi viene coltivato principalmente nella zona di Carmignano, in provincia di Prato.
Vini bianchi toscani
Meno conosciuti rispetto ai rossi, ma altrettanto di prestigio. Tra questi troviamo il Trebbiano toscano (vitigno più diffuso nella regione), la Malvasia del Chianti, la Vernaccia di San Gimignano, l’Ansonica e il Vermentino.
Vini rosati toscani
La varietà di uvaggi presenti nella regione e l’abilità nella sperimentazione che da sempre contraddistingue la tradizione enologica toscana hanno negli anni dato vita a numerosi rosati di rilievo, prodotti a base di uve rosse autoctone e non. Come precisato in un precedente articolo, il vino rosato è prodotto vinificando in bianco uve a bacca nera, cioè con tempi di permanenza delle bucce inferiore rispetto al processo utilizzato per i rossi.
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