Un nuovo mercato che mette in relazione cantine vinicole e strutture ricettive. I numeri dell’enoturismo in Italia crescono, ed ecco cosa puoi fare per farne parte.
Sembra ormai di prossima approvazione il tanto atteso decreto sull’enoturismo in Italia promosso dal ministro delle politiche agricole Marco Centinaio, mirato a regolarizzare una delle strategie più interessanti per il turismo italiano. Dopo una lunga gestazione, anni di dibattiti, modifiche e primi esperimenti sul campo, il 2020 potrebbe essere l’anno di avvio definitivo per le attività enoturistiche in Italia.
Alcuni esperimenti in questo senso sono già stati condotti, e con ottimi risultati. Da nord a sud continuano le iniziative focalizzate al connubio tra vino e turismo, fino ad oggi senza una vera e propria direzione a livello normativa, fiscale e sinergica. È il caso della Strada del Prosecco delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene, recentemente dichiarate patrimonio UNESCO. Un cammino che si snoda attraverso le principali località di produzione del prosecco italiano, tra cantine vinicole e strutture ricettive pronte ad accogliere i viaggiatori.
Discorso simile per molti cammini religiosi situati a ridosso di direttive legate al mondo del vino, come il Cammino di San Tommaso, che collega Roma a Ortona a Mare, in Abruzzo, lungo il quale è possibile fermarsi per una sosta presso la rinomata cantina Dora Sarchese e dissetarsi alla sua ormai celebre Fontana del Vino.
Vediamo allora le novità previste dal nuovo decreto e le opportunità più interessanti per hotel, b&b e ristoranti interessati ad investire nell’enoturismo per incrementare i propri affari.
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I numeri dell’enoturismo in Italia (e contributi per iniziare)
Nonostante sia impossibile parlare di stime ufficiali, dal momento che l’intero settore non è ancora totalmente regolarizzato, è possibile attingere qualche stima dalle sperimentazioni condotte fino ad oggi. Tra i pionieri in questo senso troviamo Nicola D’Auria, presidente dell’associazione nazionale Movimento del Vino e promotore del Treno del Vino a bordo della ferrovia storica Transiberiana D’Abruzzo, che collega la città di Sulmona a Isernia.
Un’esperienza che registra ogni anno il tutto esaurito a pochissime ore dalla messa in vendita dei biglietti, e che rappresenta un modello virtuoso di proposta enoturistica italiana.
La stessa Borsa Internazionale del Turismo di Milano, all’interno del 15° Rapporto sul Turismo del Vino in Italia, ha stimato il valore complessivo del settore per un totale di ben 2,5 miliardi di euro. Una cifra non da poco, soprattutto se si conta che è stata possibile raggiungerla senza ancora infrastrutture e reali strategie a supporti dei suoi promotori.
Non esistendo, al momento, una regolamentazione di settore, non sono presenti, purtroppo, contributi atti a finanziarlo. Speriamo che in un futuro neanche troppo lontano il Governo comprenda le potenzialità di questo incredibile canale, munendo i suoi attori di strumenti e dotazioni finanziarie adeguate per farlo decollare.
Decreto enoturismo: quali opportunità per le strutture ricettive
Tra le novità in arrivo, la regolarizzazione delle strutture ricettive e delle attività in cantina rivolte ai wine travellers interessanti a scoprire il vino italiano, con positive ripercussioni su tutta la filiera, dalle vendite del prodotto fino alla valorizzazione dei territori. Dopo l’approvazione delle “Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica”, il decreto aspetta ora solo il vaglio definitivo della commissione del Senato, autorizzata a trasformarlo in legge.
Il testo del decreto equipara il turismo in cantina alle attività agrituristiche, in particolar modo sotto un punto di vista fiscale, dando la possibilità a piccole e grandi aziende agricole di inserire in bilancio i relativi incassi derivanti dalle attività enoturistiche.
Questa attività è soggetta ad apertura di regolare SCIA, presso il proprio Comune di appartenenza, quindi praticamente scontata per attività commerciali del settore ristorazione, che si trovano in un certo senso avvantaggiate.
Le principali attività considerate “enoturistiche” comprendono:
- visite guidate nei vigneti;
- visite in musei della tradizione vitivinicola, agricola e di produzione enoica;
- attività didattiche, culturali e ludiche svolte nei vigneti, compresa la vendemmia didattica;
- degustazione di prodotti agroalimentari.
La manipolazione di prodotti alimentari rappresenta un altro punto di vantaggio di ristoranti e altre attività di ristorazione rispetto alle cantine vinicole, in quanto non sempre queste ultime sono dotate di ambienti idonei alla preparazione di cibi e dovranno, pertanto, organizzarsi investendo in questo senso.
Un aspetto che contribuirà sicuramente all’attivazione di sinergie tra cantine e ristoranti, che potranno all’occorrenza anche organizzarsi autonomamente per la promozione di iniziative orientate sul trend enoturistico.
Enoturismo in Italia: quali sono i vini più amati dai turisti?
Sono tanti e molto diversi tra loro. Puoi trovarli tutti in questo articolo, e farti un’idea su quelli più gettonati per costruire una carta dei vini orientata in questo senso. Se gestisci una struttura ricettiva e scegli di investire nel settore enoturistico puoi seguire questi consigli per rendere il tuo albergo un perfetto hotel del vino amato dai turisti.
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